Riporto notizia che conferma, come sempre, la delicatezza degli appalti nel settore delle autostrade.
Il magistrato responsabile delle indagini preliminari presso il Tribunale di Messina ha ordinato l’arresto di sei individui. Tra costoro figura il capo esecutivo di una rinomata impresa italiana nel settore delle costruzioni.
Accanto a lui sono stati arrestati il capo direttivo di un’altra società e l’ex capo dell’ufficio tecnico dell’ex presidente della Regione Sicilia. Queste persone sono coinvolte in un’indagine riguardante un presunto illecito legato ai lavori per la realizzazione di tre tratti di un’autostrada.
Un mandato di cattura è stato emesso anche per un funzionario di un consorzio autostradale. Il capo esecutivo, il capo direttivo, l’ex capo dell’ufficio tecnico e il funzionario sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre il finanziere e il vicepresidente del consorzio sono stati rinchiusi in carcere.
Le accuse avanzate dalla procura di Messina comprendono vari reati, tra cui turbata libertà degli appalti, abuso di potere e corruzione. L’indagine ha avuto origine da una segnalazione al procuratore della Repubblica di Messina da parte del Tribunale amministrativo regionale, a seguito del ricorso presentato dalle imprese escluse dalla gara d’appalto.
Le indagini sono state condotte dal procuratore di Messina. Oltre ai sei soggetti sottoposti a provvedimenti cautelari, altre cinque persone sono coinvolte nell’indagine, tra cui i membri della commissione incaricata di valutare le offerte per l’affidamento dei lavori. Anche il direttore generale ad interim del consorzio è sotto indagine.
La settimana scorsa il Consorzio Autostrade è stato al centro di un’altra indagine condotta dalla procura di Messina, che ha ipotizzato, tra le altre cose, il reato di disastro ambientale per i lavori di messa in sicurezza di un tratto dell’autostrada colpito da una frana.
Nicola Armonium
